Scudo
A punta
A punta
Stemma
Al naturale, Argento, Azzurro, Nero, Oro, Rosso, Verde
Animali, Figure araldiche, Figure cavalleresche, Figure religiose, Partizioni, Pezze
Cappello, Decorazione cavalleresca, Motto
Fede religiosa, Ideale o virtù, Nome o cognome, Origine geografica
A colori
Carità, Cavalleria, Devozione, Eloquenza, Fede, Forza, Giustizia, Industria, Nobiltà, Operosità, Redenzione, Speranza
Scudo: a punta
Arma: interzato in pergola rovesciata: nel 1° d’oro, al Tau di rosso; nel 2° di verde, all'ape d'oro, accompagnata in punta da una gemella ondata d’argento; nel 3° d’azzurro, all’immagine di San Giorgio a cavallo, armato di tutto punto e rivoltato, impugnante con la mano sinistra uno scudo d’argento alla croce di rosso e con la mano destra una lancia nell’atto di uccidere un drago, il tutto al naturale
Timbro: lo scudo è timbrato da un cappello paonazzo di nero, con cordoni e nappe dello stesso, in numero di sei, disposte tre per parte, in due ordini di 1, 2
Decorazione: appesa allo scudo la croce di cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, pendente da un nastro di nero
Motto: su una lista bifida svolazzante d’argento, con il motto in lettere maiuscole di nero, con capolettera di rosso, CUM DOMINO NIHIL ARDUUM”
L’oro, che è il più nobile dei due metalli blasonici, fra le virtù, richiama la Fede, oltre che simbolo della regalità divina, mentre il di rosso, considerato da molti araldisti il primo fra i colori dell’arme, simboleggia la Carità fra le virtù teologali.
Il verde, invece, porta alla Fortezza ed alla cortesia, mentre l’argento richiama la Speranza. L’azzurro - che rappresenta la Giustizia - richiama Maria, la Madre di Dio e Madre nostra, di cui il rev.mo don Giorgio Zampini, serba filiale devozione.
Il Tau, simbolo della redenzione cristiana e di sant’Antonio abate, richiama, nel nostro caso, il secondo nome di battesimo dell’Arciprete don Giorgio, che è - per l’appunto - Antonio.
La gemella ondata - che in Araldica si rappresenta con due strisce parallele, le cui linee di contorno hanno la forma di onde marine basse - simboleggia idealmente il fiume Lori che bagna Avesa, paese natio del cavaliere don Giorgio, come, d’altro canto, l’ape richiama lo stemma civico di tale comunità, dove, per l’appunto, figura caricato tale insetto.
L’ape, in Araldica, simboleggia l’industriosità, la fatica virtuosa, la regolarità e l’eloquenza.
La croce di rosso, caricata nello scudo d’argento, richiama, infine, il nome di battesimo del presbitero don Giorgio e porta di conseguenza al patrono san Giorgio, che, armato di tutto punto, con la lancia, infilza il drago, simbolo del male.