Branche dell’araldica
Ogni paese ha le sue regole e peculiarità araldiche: i paesi che sono presi più in considerazione sono quelli europei ed il Giappone.
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Principali forme dello scudo:
1 Scudo francese antico
2 Scudo francese moderno (sannitico)
3 Scudo delle Dame
4 Scudo delle Damigelle
5 Scudo da torneo o banderese
6 Scudo italiano
7 Scudo svizzero
8 Scudo inglese
9 Scudo tedesco
10 Scudo polacco
11 Scudo spagnolo, portoghese e fiammingo.
Intanto ricordiamo che l’araldica inglese è regolamentata dal College of Arms.
Tra le cose più interessanti dell’araldica inglese c’è l’uso dei supporti, che è riservato alla famiglia reale, ai pari secolari, ai cavalieri dell’Ordine della Giarrettiera, ai cavalieri di gran croce degli altri ordini britannici, ai distretti, alle contee e ad altre istituzioni.
I baronetti invece inseriscono la mano rossa dell’Ulster nel cantone o altrove o appesa allo scudo.
I pari britannici possono inserire l’elmo o gli elmi sopra la corona e non sotto; l’elmo ha la visiera chiusa, è guarnito d’oro, di solito con 5 affibbiature e dall’elmo scende sempre due lambrecchini, uno rosso e l’altro d’ermellino.
Alla seguente pagina potete trovate lo speciale dedicato all’araldica scozzese: https://www.registroaraldicoitaliano.it/araldica-scozzese/
L’araldica germanica è iniziata con il Sacro Romano Impero, infatti l’aquila germanica divenne anche il simbolo dell’impero, che tra l’altro era un’evoluzione dell’aquila dell’impero romano.
Per esempio le città libere o città imperiali che appartenevano o erano alleate solo dell’imperatore enfatizzavano questo status inserendo l’aquila imperiale accollato dietro lo scudo, dentro lo scudo o in altre combinazioni; lo stesso dicasi per le famiglie di nobiltà imperiale.
Degli esempi sono gli stemmi della città di Aachen, di Losanna o dei principi Odescalchi.
Per i cimieri è singolare il turcasso rovesciato che a volte ha le piume di pavone sopra.
Nel tardo medioevo in Germania iniziò l’uso di inserire più elmi o cimieri ed infatti se ne possono vedere anche tre (come per esempio nello stemma dei Rothschild. ) o cinque (come nello stemma dei Metternich) per evidenziare le parentele o i “quarti” all’interno di uno stemma.
L’araldica polacca differisce in modo considerevole da quella degli altri paesi, infatti la maggior parte delle partizioni e pezze presenti negli altri paesi sono sconosciute in Polonia; ciò che caratterizza maggiormente l’araldica polacca è la presenza dell’alfabeto runico o di elementi affini alle rune o di cifre, simili alle marche gentilizie.
Ciò che contraddistingue di più l’araldica francese è sicuramente la presenza del giglio o meglio del fleur de lys, perchè ci sono altri tipi di gigli, come per esempio quello fiorentino.
La sua presenza è testimoniata sin dal XII° secolo e compare un pò ovunque, sia in stemmi di famiglie che dello stato, sia nell’epoca dell’Ancien Régime, che in quella napoleonica.
Nel Medioevo la casa reale francese differenziava gli stemmi dei principe erede con il delfino e molti fra cittadini, mercanti, gli artigiani e contadini avevano uno stemma, infatti intorno al 1700 c’erano circa 110,000 stemmi ed il 90% non erano gentilizi.
Il giglio lo troviamo anche nel Capo di Francia (in versione antica e moderna) e nel Capo d’Angiò.
Il Capo di Francia moderno consiste in un capo d’azzurro, a tre gigli d’oro, mentre quello di Francia antica in un d’azzurro, seminato di gigli d’oro.
Poi c’è l’araldica napoleonica che ha apportato modifiche ed innovazioni come i tocchi al posto delle corone, i capi ed i cantoni per distinguere i dignitari.
L’araldica spagnola contiene molte particolarità che aiutano a distinguerla da quelli degli altri paesi.
Intanto la forma dello scudo che è detto spagnolo quando è un sannitico arrotondato sotto.
La bordura per esempio contiene di solito castelli, croci, gigli o catene ed oltre che come brisura si utilizza anche per inserire emblemi di coniugi: un esempio su tutti lo stemma del Portogallo con la bordura rossa, caricata da 6 castelli d’oro provenienti dal matrimonio del re del Portogallo con una principessa castigliana.
La nobiltà non titolata invece delle corona inserisce sopra l’elmo piume di pavone, come nello stemma di Miguel de Cervantes Saavedra (1547-1616).
Le armi di un grande di Spagna di solito sono composte da un mantello rosso con risvolto d’ermellino e dal XVIII° secolo inserisocno anche un tocco rosso dentro la loro corona.
E’ anche costume inserire lo stemma nonno paterno e nonno materno nel 1° e nel 2° quarto di un inquartato e quelli della nonna paterna e della nonna materna nel 3° e nel 4°.
Nel Medio Evo era obbligatorio avere i quattro nonni armigeri per rientrare nel rango degli hidalgos.
L’araldica giapponese è un mondo a parte e gli emblemi che si usano sono i mon (紋?), o monshō (紋章?), mondokoro (紋所?), e kamon (家紋?), usati per decorare e identificare un individuo o una famiglia simili agli stemmi dell’araldica europea.
Non ci sono regole nella scelta del simbolo del mon. La maggior parte consistono in cerchi che racchiudono piante, fiori, animali, entità naturali, celestiali o artificiali, tutti rappresentati astrattamente. Comunemente usati erano anche simboli religiosi, forme geometriche e kanji.
Il simbolo nazionale è il crisantemo, che poi utilizza anche l’imperatore.
Per approfondimenti visitare la pagina Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Mon_(emblema)
“..il diritto alle armi (ovvero agli stemmi) non è un privilegio di un qualche particolare gruppo della società e ognuno può assumere nuove armi per sè stesso o per la sua famiglia a meno che non sia considerato illegale nel suo paese”
Carl Alexander Von Volborth
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